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Microespressioni
- Category: Microespressioni
- Creato il Venerdì, 30 Agosto 2013 13:59
Neutrale |
Felicità |
Disprezzo |
Disgusto |
Rabbia |
Tristezza |
Paura |
Sorpresa |
Le microespressioni facciali sono come la virgola nelle frasi scritte in libro, o come la variazione di tono nella pronuncia di una parola..... a seconda di dove intercorrono cambia il significato.
Una microespressione facciale è un rapido segnale che compare sul volto delle persone come "proiezione" dell'emozione provata causata da contrazioni di gruppi di muscoli presenti sul volto.
Saperle "leggere" è come imparare una nuova lingua, quella delle emozioni. Anni ed anni di studi di persone come Haggard ed Isaacs, Paul Ekman, Wallace Friesen, David Mastumoto, Silvan Tomkins, Carl-Herman Hjortsjo, dopo gli studi di Darwin e Duchenne intorno al 1860/1870 hanno portato alla definizione di quella che può considerarsi a tutti gli effetti una codifica genetica, delle emozioni (sette categorie in particolare) che vengono proiettate sul nostro volto tramite la contrazione di una serie di muscoli facciali definiti da Paul Ekman unità di azione o Action Unit, 43 in tutto che possono combinarsi in oltre 10000 combinazioni.
Paul Ekman definì Macro Espressioni, le espressioni facciali di durata tipica tra mezzo secondo e 4 secondi e Microespressioni quelle di durata tra 1/15 ed 1/25 di secondo movimenti quindi da catturare con estrema attenzione.
La pretesa di conoscerle e comprenderle tutte sarebbe follia, imparare invece a riconoscere i segnali delle sette categorie principali, grazie ad un training semplice ed immediato.
Ovviamente molte combinazioni di muscoli non significano assolutamente nulla e Paul Ekman scoprì anche un altro interessante fenomeno, dopo una lunga giornata passata a riprodurre uno sguardo convincente di tristezza davanti ad uno specchio per delle foto necessarie ai sui studi. Quella sera egli realizzò che si sentiva depresso e capì che se trascorreva del tempo a simulare un' espressione che conteneva un sorriso, il suo umore migliorava.
Questo contraddiceva la vecchia nozione che i sentimenti si originano nella psiche e poi il corpo li comunica semplicemente all’esterno. Ekman and Friesen furono capaci di dimostrare che l’attivazione coordinata e combinata di certi muscoli facciali non solo influenzava la pressione del sangue e il battito cardiaco, ma poteva scatenare l’emozione corrispondente.
Una sorta di meccanismo retroattivo che partiva dai muscoli della faccia e giungeva al sistema limbico influenzandone le reazioni. Queste scoperte catturarono l’attenzione degli psicologi e dal 1980 il sistema di codifica creato da Ekman e Friesen denominato FACS Facial Action Coding System cominciò ad essere applicato diffusamente. I dottori nelle cliniche, in particolare volevano sapere come accorgersi se i loro pazienti stavano dicendo la verità nel raccontare le loro problematiche.
Il metodo del Center For Body Language permette di acquisire con semplicità e rapidità le conoscenza necessarie a riconoscere le sette categorie di emozioni universali:
Paura - Sopresa - Disprezzo - Felicità - Rabbia - Disgusto - Tristezza
Quando
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- Creato il Mercoledì, 28 Agosto 2013 12:42
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IL PROSSIMO PRACTITIONER IN MICROESPRESSIONI FACCIALIROMA - SAB 16 MAGGIO 2015
COMUNICAZIONE NON VERBALESAB 22 NOVEMBRE 2014 |
Cosa
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- Creato il Mercoledì, 28 Agosto 2013 12:42
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Tutto questo viene definito Cinesica da Greco Kinesis (movimento) ossia lo studio del movimento delle diverse parti del corpo e non solo....
Studiamo il corpo diviso in varie sezioni, ognuna con il suo linguaggo ben definito. Impariamo a riconoscere rapidamente le Microespressioni Facciali, i movimenti oculari (LEM).
Impariamo a riconoscere negli altri i segnali di accettazione, rifiuto o tensione e saper leggere le emozioni sul volto.
Ed infine:
PRATICA PRATICA PRATICA
Perchè
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- Creato il Mercoledì, 28 Agosto 2013 12:42
La risposta è veramente semplice: se impariamo a conoscere le Microepressioni facciali siamo in grado di "leggere" le emozioni che stanno provando le persone davanti a noi senza che essi proferiscano parola, o prima che dicano qualsiasi cosa e poi cerchino di reprimere l'emozione dietro un falso sorriso o un atteggiamento ingannatorio. Possiamo acquisire una maggiore consapevolezza delle nostre emozioni sviluppando quindi un ulteriore aspetto dell'intelligenza emotiva.
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La Comunicazione Non Verbale (CNV), come affermava Albert Meharabian nel sua ricerca chiamata "Silent Messages del 1971", pesa per oltre il 93% nell'economia del rapporto tra esseri umani, nel senso che un messaggio viene da noi recepito come "vero" (liking), se questi è congruente, ossia il verbale (parole) il para verbale (la voce) ed i non verbale (linguaggio del corpo) sono armonizzati. |
Le Microespressioni facciali,che altro non sono che il modo di proiettare tramite i muscoli facciali le emozioni che viviamo sul nostro volto, sono un segnale univoco ed universale che travalica i confini delle culture, dei contesti sociali, delle nazioni, delle abitudini e delle conoscenze.
Le sette categorie di Microespressioni Universali (Felicità,Tristezza, Paura, Sorpresa, Disgusto, Disprezzo e Rabbia) sono valide in tutte le culture del mondo, addirittura anche nei ciechi dalla nascita come dimostrato da David Mastumoto durante una ricerca da lui condotta alle Olimpiadi e Paraolimpiadi del 2004 ad Atene.
Rif: Spontaneous Facial Expressions of Emotion in Congenitally and Non-Congenitally Blind Individuals. The Journal of Personality and Social Psychology, Vol. 96, No.1; January, 2009
Sapere leggere le Microespressioni Facciali significa allargare la mappa di comprensione delle persone con cui comunichiamo ed utile nelle più svariate situazione della vita.
Ricerche recenti come quelle della Dr.ssa Helen Reiss ed altri, hanno dimostrato che nel settore della sanità pubblica dei Dottori addestrati nel riconoscimento delle Microespressioni facciali ottenevano significativi miglioramenti nella percentuale di aderanza alla cura da parte dei pazienti (compliance) . Clicca qui per leggere i dettagli della ricerca.
LE PAROLE POSSONO MENTIRE IL NOSTRO VOLTO NO
IMPARIAMO A LEGGERE COSA NON E' STATO DETTO.